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Covid-19: il vademecum per gli studi legali e notarili

Law

Le misure anti-contagio per imprese e professionisti

A partire dallo scorso anno la pandemia da Covid-19 ha imposto ad imprese e attività professionali l’adozione di specifiche misure, volte a contenere e contrastare i rischi derivanti dalla diffusione del virus.

A tal proposito, il 24 aprile 2020 è stato sottoscritto un apposito protocollo, condiviso tra il Governo e le parti sociali, divenuto poi obbligatorio per le imprese.

Quanto alle attività professionali, invece, il D.P.C.M. 26 aprile 2020 e il successivo D.P.C.M. 17 maggio 2020 si sono limitati a raccomandare l’adozione di “protocolli di sicurezza anti-contagio”, senza però prescriverne la conformità a modelli già vigenti.

Si è quindi ritenuto che i professionisti fossero liberi di adottare protocolli anti-contagio ad hoc, anche in forma semplificata e non necessariamente corrispondenti a quello sottoscritto appunto per le imprese, purché rispettosi di tutte le misure necessarie per contrastare la diffusione dell’epidemia.

Le professioni giuridiche

Con particolare riferimento alle professioni giuridiche, avvocati e notai, anche alla luce delle indicazioni fornite dai rispettivi organi rappresentativi di categoria, hanno perfezionato protocolli di comportamento rivolti ad impiegati, collaboratori e clienti, allo scopo di dare piena attuazione alle prescrizioni ministeriali.

Ferma restando la possibilità di personalizzare i protocolli con prescrizioni anche più stringenti, i punti fermi ruotano principalmente attorno ad informazione, pulizia e sanificazione dei luoghi di lavoro, gestione dei contatti, organizzazione dell’ambiente lavorativo e collaborazione con le autorità sanitarie.

Informazione

Uno dei primi adempimenti richiesti al titolare dello studio è quello di informare i dipendenti, i collaboratori e chiunque vi abbia accesso, circa l’adozione ed attuazione delle disposizioni dettate dall’autorità al fine di contrastare l’epidemia.

Le informazioni dovranno essere veicolate con modalità idonee ed efficaci, quali ad esempio l’affissione di un apposito documento in un luogo ben visibile dello studio (solitamente l’ingresso) o l’invio dell’informativa a clienti e fornitori tramite mail o anche l’eventuale pubblicizzazione sul sito web dello studio, se esistente.

Le informazioni da fornire riguardano principalmente:

  • l’obbligo di rimanere al proprio domicilio in caso di febbre superiore ai 37.5°C o in presenza di altri sintomi influenzali;
  • il divieto di ingresso e/o permanenza in studio, con obbligo di comunicazione tempestiva qualora, anche successivamente all’ingresso, dovessero emergere condizioni di pericolo (sintomi influenzali, temperatura corporea > 37,5 C°, provenienza da zone a rischio o contatti con persone sicuramente positive al virus nei 14 giorni precedenti);
  • l’impegno ad informare tempestivamente il datore di lavoro della presenza di qualsiasi sintomo influenzale durante l’espletamento della prestazione lavorativa, avendo cura di mantenersi ad adeguata distanza dalle altre persone presenti.

Accesso ai luoghi di lavoro da parte di clienti e visitatori

L’accesso allo studio da parte dei clienti e in generale di tutti i soggetti esterni (ad esempio fornitori o addetti alla pulizia) dovrà avvenire nel rispetto delle indicazioni riportate in informativa, volte appunto a limitare il contatto interpersonale.

È utile e consigliato preferire collegamenti da remoto e, ove ciò non fosse possibile, ricevere sempre previo appuntamento, in modo da poter contingentare l’afflusso ai locali e gestire al meglio gli spazi, richiedendo l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale (mascherine chirurgiche, guanti monouso e/o gel igienizzante).

Pulizia e sanificazione

All’interno dello studio dovrà inoltre essere garantita la pulizia degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni, a fine turno e comunque con cadenza giornaliera, utilizzando preferibilmente detergenti a base alcolica.

In aggiunta alle ordinarie attività di pulizia è raccomandata anche una sanificazione profonda del luogo di lavoro e di tutti gli spazi e strumenti utilizzati, con particolare riferimento a quelli comuni (stampanti, telefoni, sedie, pc, scrivanie…). Può anche essere utile tenere un registro specifico di queste operazioni, dove annotare data, orario, soggetto che le ha effettuate e tipologia di prodotti impiegati.

Precauzioni igieniche personali e dispositivi di protezione individuale

Il professionista e i propri collaboratori e dipendenti dovranno ovviamente adottare tutte le precauzioni igieniche necessarie per contrastare la diffusione dell’epidemia.

Come ormai noto è particolarmente raccomandata la pulizia frequente delle mani con acqua e sapone e in alternativa l’utilizzo di guanti monouso o gel igienizzanti.

Lo studio dovrà quindi dotare i lavoratori ed i soggetti terzi di mezzi idonei di detersione ed igienizzazione delle mani, facilmente accessibili ad esempio anche tramite dispenser collocati in punti dello studio ben individuabili.

Organizzazione del lavoro

È raccomandato ed opportuno che il titolare dello studio agevoli e incentivi il lavoro a distanza; ove ciò non fosse possibile l’ambiente di lavoro dovrà essere organizzato in modo da evitare assembramenti e contatti ravvicinati, anche tra i dipendenti.

A tal fine potrà provvedersi ad una rimodulazione degli spazi, ad esempio utilizzando divisori mobili o sfruttando locali generalmente non adibiti ad ufficio, come le sale riunioni.

In quest’ottica anche l’orario di lavoro potrà essere ridefinito e differenziato, in modo da evitare la compresenza di più soggetti negli stessi spazi e ai medesimi orari e prevenire affollamenti sia all’ingresso che all’uscita dal lavoro.

Riunioni e attività di formazione

Per tutta la durata dell’epidemia è ovviamente sconsigliato svolgere riunioni, eventi interni e attività formative in presenza, privilegiando anche in tal caso la formazione a distanza e i collegamenti da remoto.

In caso di partecipazione personale necessaria e indifferibile dev’essere comunque garantito il distanziamento sociale e un’adeguata pulizia e areazione dei locali.

Eventuali riunioni dovranno quindi essere effettuate in spazi ampi e di dimensioni tali da assicurare il distanziamento dei partecipanti, che dovranno comunque indossare i consueti dispositivi di protezione individuale e utilizzarli conformemente a quanto prescritto.

Gestione di soggetti sintomatici e collaborazione con le autorità sanitarie

Prerogativa imprescindibile dei vari protocolli è il rapporto di totale collaborazione tra il professionista e l’autorità sanitaria, sia riguardo alla gestione di eventuali soggetti sintomatici in studio, sia per quanto concerne il reinserimento lavorativo di dipendenti o collaboratori colpiti dall’infezione.

Qualora un soggetto all’interno dello studio presentasse febbre o sintomi compatibili con l’infezione da Covid-19, questi ha l’obbligo di dichiararlo immediatamente al datore di lavoro che provvederà a porlo in isolamento precauzionale e a contattare l’autorità sanitaria competente.

I protocolli potranno poi regolare in maniera specifica le condizioni di reingresso dei lavoratori in studio dopo aver contratto l’infezione, disciplinando singolarmente i vari casi (lavoratore positivo a seguito di ricovero in ospedale, lavoratore positivo sintomatico, lavoratore positivo asintomatico o con positività a lungo termine).

Le prescrizioni dei protocolli sul punto potranno conformarsi alla recente Circolare del Ministero della Salute del 12 aprile 2021, che fornisce appunto indicazioni procedurali circa la riammissione al lavoro dopo l’assenza per malattia Covid-19 correlata, delineando i casi in cui è prevista la verifica preventiva di idoneità alla mansione e il certificato di negativizzazione da produrre al datore di lavoro.

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